giovedì 23 gennaio 2014

LE ZEPPOLE DELLA VIGILIA

Le zeppole della Vigilia.

 I ricordi di Camilla sono tanti, sono tutti testimonianze della sua personalità e grande generosità. Tutti sono legati da un filo conduttore, il cibo, la cucina, di cui era maestra ed allora, come dimenticare la vigilia delle zeppole! La vigilia di ogni Natale a pranzo, la sua casa ci accoglieva tutti, la grande famiglia con mogli, mariti, talvolta ex mariti e nuove mogli e figli, ex colleghi, la preside e così via. Era un “open house”, perdonatemi l’anglismo, chi arrivava prima, chi dopo, la maggior parte non si vedeva dalle zeppole dell’anno prima. Le frasi di rito:” Come stai bene! “,”  Ho saputo che hai un nipotino! “ ecc. Poi c'erano i presepi, quello napoletano, che ogni anno si arricchiva di nuovi personaggi, ambulanti dal viso grottesco e paonazzo che gridavano per decantare  la bontà della loro merce e poi quello di corda e tela di sacco fatto da Camilla, con la sabbia del deserto egiziano per le oasi e i sassolini presi in Sardegna per delimitare i sentieri.
Tutti in piedi intorno alla tavola imbandita, col bicchiere in una mano e l’altra che afferrava con ansia golosa ora la tartina, poi una fetta di pizza salata e  quella con la scarola. Tra un assaggio e l’altro arrivavano le zeppole che Camilla friggeva, prima salate con le alici, poi dolci con l’uva passa. Camilla andava e veniva dalla cucina  e  noi  naufragavamo in quell’ odore familiare e rassicurante. Dopo i dolci natalizi ci riunivamo intorno all’ albero, Camilla scartava i regali e ad ognuno dava un piattino di dolcetti fatti da lei, piccoli bocconi paradisiaci di noci, mandorle, glasse bianche e di cioccolato, proprio il piattino delle delizie. Poi lentamente gli amici cominciavano ad andare via, si salutavano e andavano alla ricerca dei cappotti, tutti si davano appuntamento per l'anno seguente. “Ciao!” “Auguri!” “Ciao Camilla!”
Ciao…